Vuoi fare un reso? Ecco 5 validi motivi per fermarti adesso
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Vuoi fare un reso? Ecco 5 validi motivi per fermarti adesso - 4 min read

Quante volte ci lasciamo tentare da un acquisto impulsivo, solo per poi renderci conto – a casa – che quel capo non fa per noi? Lo restituiamo, e finisce lì. O forse no.

Dietro ogni reso prodotto o restituzione merce si nasconde un meccanismo poco visibile ma molto impattante: trasporti, nuove confezioni, controlli qualità, e spesso una destinazione finale che non è lo scaffale, ma il cestino. In un momento storico in cui il settore tessile è uno dei più inquinanti al mondo, riflettere sulle politiche di reso diventa fondamentale.

Il diritto di restituzione è sacrosanto, ma la sua gestione è tutt’altro che neutrale per l’ambiente. Soprattutto nel contesto del fast fashion, dove la velocità di acquisto si accompagna a una cultura del “compro-tanto-e-rendo-quello-che-non-va”. Ammettiamolo: abbiamo un problema.

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Il punto non è demonizzare i resi e rimborsi, ma promuovere un consumo consapevole e responsabile. La moda sostenibile, la slow fashion e in generale la moda ecologica e sostenibile ci insegnano che si può vestire bene senza alimentare l’inquinamento tessile o contribuire a danni ambientali evitabili.

Ogni piccolo gesto conta. Anche scegliere con attenzione, evitando acquisti fatti d’impulso, significa prendersi cura del nostro pianeta. La gestione dei resi è infatti una sfida importante per chi lavora nella moda e un’opportunità per chi sceglie di acquistare in ottica di responsabilità ambientale.

In questo articolo ti spiego perché rallentare è la scelta giusta, e come abbracciare davvero l’ecosostenibilità nella moda. Perché la moda e l’ambiente non devono più essere in conflitto. Possiamo (e dobbiamo) riscoprire l’ecosostenibilità come forma di stile e valore. Una nuova eleganza, fatta di rispetto.

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Reso merce: come ridurre il nostro impatto ecologico

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Dietro ogni restituzione prodotto che sembra innocua si cela un impatto più grande di quanto immaginiamo. Dietro quel click “chiedi il reso” o “restituisci l’articolo”, si nasconde una complessa gestione dei resi che, come abbiamo visto, implica una serie di reazioni a catena che alla fine sono tutte destinate ad alimentare l’inquinamento da rifiuti.

Ridurre questi effetti è possibile, e tutto parte da una semplice domanda: “Ne ho davvero bisogno?”. Smettere di fare resi frequenti può avere diversi vantaggi, sia per te che per l’ambiente e le aziende. Scopri 5 buone ragioni per cui dovremmo pensarci due volte prima di lasciarci guidare dall’acquisto impulsivo.

1. Impatto ambientale ridotto 🏭

  • Meno trasporti: fare un reso comporta un viaggio aggiuntivo per il prodotto (dal venditore a te, da te di nuovo al venditore o a un centro di smistamento). Questo aumenta le emissioni di CO2 e l’inquinamento legato ai trasporti.
  • Meno rifiuti di imballaggio: i resi spesso richiedono nuovi imballaggi o rinforzi, generando più rifiuti (cartone, plastica, nastro adesivo).
  • Spreco di prodotti: molti articoli resi, specialmente nell’abbigliamento o in categorie con margini bassi, non vengono rimessi in vendita. Possono essere danneggiati nel processo, fuori stagione o semplicemente antieconomici da ricondizionare. Spesso finiscono distrutti o in discarica, anche se perfettamente funzionanti.

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2. Costi nascosti per tutti 💸

  • Aumento dei prezzi: i costi associati ai resi (spedizione gratuita, gestione, ispezione, eventuale smaltimento) vengono sostenuti dai venditori. Per compensare queste perdite, le aziende potrebbero essere costrette ad aumentare i prezzi dei prodotti per tutti i clienti, anche per quelli che non effettuano resi.
  • Impatto sui piccoli negozi: le piccole imprese hanno meno margine per assorbire i costi dei resi rispetto ai grandi colossi, mettendo a rischio la loro sostenibilità.

3. Risparmio di tempo ed energia personale 💆🏽‍♀️

  • Meno impegno: preparare un pacco per il reso, stampare etichette, portarlo all’ufficio postale o al punto di ritiro richiede tempo e fatica che potresti dedicare ad altro.
  • Meno stress: evitare la gestione dei resi significa anche evitare potenziali problemi come ritardi nel rimborso, pacchi smarriti o contestazioni con il venditore.

4. Si impara a spendere più consapevolmente 😎

  • Decisioni ponderate: sapere che fare un reso non è (o non dovrebbe essere) un’opzione scontata ti spinge a riflettere di più prima di acquistare: hai davvero bisogno di quell’oggetto? Hai controllato bene le misure, le recensioni, le specifiche?
  • Meno acquisti impulsivi: riduce la tendenza a comprare “tanto poi lo rendo”, limitando gli acquisti superflui e contribuendo a uno stile di vita meno orientato allo spreco.

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5. Etica e correttezza 🌍

  • Anche se fare un reso è un diritto, abusarne (ad esempio, ordinando più taglie con l’intenzione di restituirne la maggior parte, o usando un prodotto per poi restituirlo – il cosiddetto “wardrobing”) può essere considerato poco corretto nei confronti dei venditori e degli altri consumatori. Ma comunque, già preoccuparsi del benessere del pianeta è un buon compromesso: il benessere altrui verrà di conseguenza!

Ridurre la nostra tendenza a fare un reso non significa rinunciare ai propri diritti quando un prodotto è difettoso o non conforme, ma piuttosto adottare un approccio più riflessivo e sostenibile agli acquisti ♻️. Significa contribuire a un sistema meno dispendioso in termini ambientali ed economici, risparmiando anche il tuo tempo prezioso. E se la vera libertà di scelta stesse proprio nel saper dire “no, non mi serve davvero”?

#thinkfirstbuysecond

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