Invecchiare è una cosa seria e questo lo conferma anche Olivier Courtin-Clarins. E non è un nome qualsiasi ad affermare ciò ma quello del direttore del gruppo Clarins, medico esperto di abitudini sane per invecchiare nella maniera migliore.
Secondo la sua filosofia, il modo in cui invecchiamo dipende in gran misura dalla nostra salute mentale ed è proprio a partire da questa forte interconnessione che il dottor Courtin-Clarins ritiene si possa agire per assicurarsi un posto di prima classe verso la senilità.
Dopamina, serotonina, endorfine e ossitocina, dunque, sembrano essere le vere e grandi alleate da portare con noi in questo viaggio della longevità. Scopriamo perché queste vengono definite “gli ormoni della felicità” e in che modo agiscono sulla nostra psiche e poi, automaticamente, sul nostro benessere globale.
Come stimolare gli ormoni del benessere
A quanto pare, nei nostri confronti abbiamo un dovere: prenderci cura della nostra salute mentale fin dal primo risveglio al mattino. Un po’ come qualsiasi routine salutare, dobbiamo stare attenti alla nostra felicità e al nostro benessere.
A riprova di ciò, all’interno del libro di Courtin-Clarins: Devine mon âge si tu peux (“Indovina la mia età se ci riesci”), c’è un passaggio di Catherine Testa – fondatrice della piattaforma L’Optimisme.com – che spiega: «Tutti gli studi concordano sul fatto che solo il 30/50% dei tratti della personalità sono determinati biologicamente. Ciò significa che il restante 50/70% viene acquisito e modificato nel corso della vita. E, sebbene l’ambiente e le persone che ci circondano esercitino un certo grado di influenza su di noi, è comunque possibile compiere gesti e adottare abitudini che ci consentano di diventare ottimisti».
L’obiettivo principale, dunque, è lavorare sulla nostra positività e pensare in un’ottica più ottimista. Sì, ok, ma perché? Semplicemente per attivare quel processo in cui dalle emozioni positive, si stimolano i nostri cari neurotrasmettitori della felicità e da questi, si generano regolazione dell’umore, senso di benessere e riduzione dell’ansia. Tutti fattori che non fanno che agire positivamente su di noi e ci fanno vivere a lungo.
In poche parole, si chiamano “ormoni del benessere” proprio perché, se secreti, sono la chiave per invecchiare bene, più lentamente e assicurarsi una migliore qualità di vita.
Gli ormoni della felicità: perché si chiamano così?
Sono dentro di noi, dipendono da noi e sono nostri alleati. Stiamo parlando sempre di questi ormoni che pare sortiscano un effetto positivo sulla nostra vita. La loro funzione è da intendere un po’ come un circolo vizioso: più ci prendiamo cura di noi stessi, più favoriamo la produzione degli ormoni; più questi neurotrasmettitori aumentano, più in noi crescono sensazioni positive. Vediamo l’utilità di ogni singolo ormone:
- Ossitocina: l’ossitocina conferisce un senso di sicurezza e benessere, favorendo le relazioni sociali. È rilasciata durante l’interazione sociale e i momenti di affetto, promuovendo il legame e la fiducia tra le persone;
- Serotonina: la serotonina è l’ormone responsabile delle emozioni e del mantenimento dell’equilibrio dell’umore. Livelli adeguati di serotonina contribuiscono a ridurre l’ansia e la depressione, migliorando il benessere generale.
- Endorfine: l’endorfina è un neurotrasmettitore che, oltre a prevenire lo stress e alleviare il dolore, provoca sensazioni di euforia e piacere. Queste sono rilasciate durante l’attività fisica e situazioni di piacere;
- Dopamina: questo è il neurotrasmettitore legato ai meccanismi di ricompensa e piacere. In caso di situazioni ed esperienze piacevoli, la dopamina è in grado di aumentare le sensazioni di piacere, provocando effetti particolarmente energizzanti e stimolanti.
La regola dei “tre momenti di felicità” al giorno
Ma esistono dei metodi semplici per produrre più ormoni del benessere e vivere a lungo davvero? A Fashionthype Magazine è piaciuto molto il metodo che si basa sulla filosofia di Florence Servan-Schreiber, autrice del libro Three Buzzes a Day: How to Activate Your Optimism to Be Happier. Così come suggerisce il titolo del libro, basterebbero “Tre momenti di gioia al giorno” per attivare l’ottimismo ed essere più felici. Si tratta di piccoli gesti quotidiani capaci di influenzare la nostra psiche automaticamente.
Il dottor Clarins immagina questi momenti un po’ come cucinare, scrivere un diario, dare un abbraccio, godersi una pausa caffè, concedersi un bagno caldo o anche solo ballare sulle note della nostra canzone proferita. Vivere e pensare a 3 cose belle quotidianamente, giorno dopo giorno non farà che modificare la prospettiva di ciascun individuo e stimolare i famosi ormoni del benessere.
Addirittura un sorriso può essere più utile di quanto immaginiamo! È tutta una questione di neuroni specchio che, quando qualcuno ci sorride, non possono far altro che far nascere un sorriso anche sul nostro volto. Ma che succede quando questo accade? A livello mentale, secondo la psicologa Lourdes Ramón ridere, sia spontaneamente sia in maniera volontaria, genera dopamina.
Esiste, infatti, una piccolissima parte del cervello chiamata “Insula” (legata al fattore identità) che pare si attivi proprio quando sorridiamo o quando si guarda qualcuno sorridere. La Ramòn sostiene che: «Quando sorridiamo, si verifica un aumento nella produzione di endorfine, neuropeptidi, dopamina e serotonina. Tutte queste sostanze, agendo insieme, sono in grado di diminuire lo stress, abbassare la frequenza cardiaca, aumentare la produttività e ridurre l’ansia». Tutti fattori in grado di migliorare la nostra qualità di vita e aumentarne le aspettative.
Insomma, chi l’avrebbe mai detto ma per vivere a lungo, a volte, basta un semplice sorriso! 😊