Ti è mai capitato di camminare per strada e di essere d’improvviso catapultata completamente con i pensieri nel passato? Come se la memoria mettesse in pausa il presente e iniziasse un rapido viaggio all’indietro, per arrivare in quel preciso istante in cui c’eri tu e c’era quel profumo.
Un luogo remoto, ormai messo da parte da tempo, in cui ci sono alcuni tuoi ricordi: li trovi proprio lì, racchiusi in un’essenza che, all’improvviso, quasi come un vaso di Pandora aperto, decide di rapirti, coinvolgendo mente e corpo, e facendoti rivivere momenti particolari che inevitabilmente ti hanno segnato.
Le origini dei ricordi profumati: il confronto tra scienza e letteratura
È propriamente detta «memoria olfattiva» ed è la dimostrazione più recente di come, una parte del nostro cervello, immagazzini accuratamente i ricordi non in rapporto ad alcuni eventi in sé e per sé, ma negli odori e nei profumi.
Tutto viene conservato lì, nel cassetto della nostra memoria emotiva, quella più a lungo termine tra tutti i tipi di memoria. Basta semplicemente che i ricettori olfattivi legati a quel ricordo vengano stimolati per un solo secondo e subito si attiva il sistema limbico responsabile dell’umore, delle emozioni e degli stati d’animo.
Il viaggio nel tempo e l’incontro tra olfatto e memoria
Si tratta di un vero e proprio fil rouge che collega olfatto e memoria, un collegamento con il quale, in pratica, la nostra mente è in grado di innescare e farci rivivere gioie e dolori in momenti inaspettati solo perché, in quel preciso istante, quel profumo rimanda ai ricordi intrisi di quell’odore. Al di là della spiegazione meramente scientifica, però, pare che l’attribuire un profumo ai ricordi abbia anche origini letterarie.
Conosciuta come “Sindrome di Proust”, chiamata così dallo stesso scrittore francese Marcel Proust, questa si riferisce a un complesso fenomeno di cognizione sensoriale secondo il quale gli odori hanno il potere evocativo di riportare all’improvviso a galla ricordi di situazioni che abbiamo vissuto. Esattamente come accadde allo scrittore con la «Madeleine», momento in cui la sua memoria ormai persa, venne risvegliata non da un pensiero, ma dai sensi.
Primo Levi paragonava la memoria al mare, diceva che proprio come il mare era capace di restituire brandelli di rottami a distanza di anni.
La memoria è come un enorme magazzino all’interno del cervello che ci consente di conservare informazioni trattenendo dati e richiamandoli sotto forma di ricordi.
La nostra memoria olfattiva è sicuramente la più suggestiva, misteriosa ed imprevedibile: memoria in cui gli odori sembrano innescare i ricordi più vivi ed emotivi.
La memoria olfattiva, l’inconscio e quell’ineluttabile déjà-vu
E così capita all’improvviso che stai passeggiando, che sei in sella a un motorino, o che vai a una festa a casa di amici e lo senti: ecco quel preciso odore, testimone di un ricordo che riaffiora inevitabile alla tua memoria e non fa che travolgerti in un pensiero ineffabile.
Ecco che in quel preciso istante, quasi come un déjà-vu, riviviamo un pezzo della nostra storia, ripercorriamo la nostra biografia fino ad arrivare al momento in cui i nostri sensi conobbero quel profumo. Nulla di diverso dal futuristico teletrasporto.
È meraviglioso pensare che alcune cose, che magari in un momento felice abbiamo anche paura di dimenticare, o che semplicemente non pensiamo di voler ricordare, banalizzando quelli che sono i piccoli attimi di felicità, possano rimanerci dentro senza alcuno sforzo.
Sono lì sopite, in attesa di un segnale che le richiami all’attenti e allora scattano e ci trascinano in un viaggio straordinario “olfatto-memoria” che non conosce né tempo, né spazio.
I ricordi profumati e il loro sapore dolce-amaro
Un giorno cammini per strada, ti passa di sfuggita qualcuno accanto e ti sfiora quel tanto che basta per riconoscere il profumo del tuo primissimo fidanzato.
Allora ricordi di quando alla vostra prima uscita ti teneva per mano, di quanto fossi emozionata e ti tremassero le gambe. E poi del momento in cui si avvicinò a te ed il suo odore pungente ti fece arricciare il naso prima di baciarti per la prima volta. In quel momento il cuore ti va a mille, proprio come quella volta, e ti sembra per un attimo che il mondo sparisca intorno.
Il binomio olfatto-memoria di queste innocenti sensazioni tenere che hanno un dolce-amaro sapore di nostalgia, in un primo momento ti può far sorridere. Allo stesso modo, però, può accadere l’inverso.
Subito dopo, lo stesso profumo ti può ricordare anche la tua primissima delusione d’amore, la più scottante, quella che apre gli occhi sul fatto che l’amore potrebbe non sempre sopravvivere a tutto.
Allora quel profumo inizia ad assumere un odore pungente, lontano nel tempo e nella memoria. Ci ricorda i baci, i sorrisi, la gioia ma anche il sapore delle lacrime, la tristezza e la disillusione.
I Profumi: custodi fedeli dei nostri ricordi nascosti
In una frazione di secondo ci ritroviamo di nuovo bambini nella cucina della nonna a rubare quelle polpette appena fritte: da un lato il profumo caldo di olio, dall’altro le mani della nonna che sapevano di pulito e sapone.
Per non parlare del suo giardino di arancio. In quei momenti non sapevamo nemmeno di voler ricordare l’odore d’erba fresca mentre il nonno la tagliava, o quello delle crostate al limone, mangiate all’ombra in estate, guardando le nuvole cambiare.
Altre volte, invece, sono quei piccolissimi fiorellini bianchi tra le edere che innescano il ricordo delle estati in cui eri spensierato: quei pomeriggi in cui non badavi a ciò che avevi intorno, mentre nel frattempo quei fiori stavano inevitabilmente registrando un ricordo emotivo nella tua memoria.
Delle volte è l’odore del pane caldo che all’improvviso ti rimanda a quel periodo in cui abitavi a Parigi e ogni mattina scendevi per andare all’università passando davanti alle numerose boulangerie di quartiere piene di baguette, croissant e pain au chocolat appena sfornati.
Altre volte ancora è un vago profumo in metropolitana, oppure l’odore dei vestiti di chi abbracci. In quei momenti, non si sa ancora che quegli attimi saranno preziosi: ricordi da custodire gelosamente, testimoni di epoche che sarebbero andate perse ma che, con un po’ di fortuna, sono ritornate da noi.
Quel profumo e l’improvviso ritorno al passato
I ricordi legati ai profumi non svaniscono mai, e l’importanza degli avvenimenti legati a “quel” profumo ne determinano la forza. Il potere evocativo dell’olfatto è proprio questo: i profumi non sono nulla di diverso da impressioni che evocano in noi emozioni.
Il profumo è veicolo della memoria, e in quanto tale, il suo potere evocativo è la conseguenza di quello emotivo. La cosa più singolare è che noi non abbiamo alcuna volontà da opporre a questi ricordi che erompono nella nostra mente. Non possiamo scegliere di non riviverli perché legati a tristezze latenti.
Non possiamo sapere né dove né quando sentiremo quel profumo, quell’odore a noi caro e per noi tanto speciale, che immediatamente rievoca sensazioni ed emozioni antiche. Quello che sappiamo è che quando accade, ci travolgono come un’onda che agita improvvisamente il nostro animo e ci restituisce un pezzetto della nostra storia.
Olfatto e memoria: il potere dei profumi nel conservare i momenti
Non c’è nulla di razionale, né di prevedibile. Accade che, quel qualcosa che annusiamo inconsapevolmente, ci accompagna involontariamente in un momento preciso della nostra vita e non possiamo fare altro che abbandonarci ai nostri sensi e ai nostri ricordi, senza discriminazioni. Non sempre riusciamo a inquadrare il ricordo, a volte è offuscato o troppo vago per rivivere delle emozioni vere e proprie.
Ci sono altre volte in cui, invece, seppur in stati di profonda incoscienza, il nostro olfatto si attiva e siamo in grado di riappropriarci di quel momento passato, lasciandoci invadere dal bagaglio di emozioni legate ad esso. Possono essere gioie restituite o dolori inaspettati: la costante assoluta è la nostra impotenza.
Non si può decidere di non riviverle, perché ci sarà sempre un momento in cui la vita avrà un odore. In quei casi, sarà proprio quell’odore che scatenerà ricordi e stati d’animo abbandonati ormai da tempo ma pur sempre racchiusi dentro di te e degni di essere rivissuti.