Letteralmente assenza (無 Wú) e azione (為 Wèi) “assenza di azione” o “il non agire”, è una filosofia che nasce a partire dal Taoismo tra il IV ed il Ill secolo a.C. Tranquilli, non ha niente a che vedere con gli smartphone ma, piuttosto, con il nostro modo di vivere la vita.
Lo scopo e obiettivo principale della teoria inversa del Wu Wei, infatti, è il raggiungimento e il mantenimento di un equilibrio perfetto in ciascuna individualità: riuscire sostanzialmente ad essere in armonia con il Tao e di conseguenza con la natura.
Il taoismo e la filosofia WuWei
La filosofia Wu Wei, invitandoci all’“azione senza sforzo”, suggerisce di non forzare il corso degli eventi per realizzare un obiettivo, ma di adattarci al flusso. Per chi è maniaco del controllo appare quasi un’eresia inattuabile questa del WuWei, eppure, nel paradosso c’è (forse) la soluzione a gran parte dei nostri esaurimenti.
Secondo questa teoria, per realizzare un desiderio, tutto bisogna fare tranne che avere l’ossessione compulsiva di raggiungere gli obiettivi di vita che ci siamo prefissati. È, infatti, qui che nasce il paradosso: il taosimo ci suggerisce che dobbiamo piuttosto rilassarci.
A quanto pare, essere sereni mentre ci si impegna a raggiungere i propri obiettivi aiuta non solo ad aumentare le nostre abilità, ma ad essere anche molto più efficienti.
Secondo il Dao De Jing, il testo centrale del Taoismo, “la Via (tao) non agisce mai, eppure niente è lasciato incompiuto”. La dottrina del WuWei non predica quindi il non agire del tutto, piuttosto induce “all’azione senza sforzo” o “all’azione senza azione”.
È qui, però, che interveniamo noi con la nostra coscienziosità e con il buon senso. Per quanto il WuWei ci suggerisca di seguire fiduciosamente il flusso delle cose, bisogna prestare attenzione alla linea sottile che separa l’essere rilassati, sereni, in equilibrio con la natura e l’essere pigri o ancora apatici.
WuWei: che cosa è Wu? E che significa wei?
Per fare propria questa filosofia, bisogna precisare che “WuWei” è in realtà un termine contratto. Si tratta di una definizione abbreviata di un concetto molto più esteso che può essere compreso solo da chi ha già acquisito profondamente il vero significato della dottrina.
Abbiamo detto che 無 Wú significa assenza e 為 Wèi significa azione, vediamo ora qual è la parte mancante del principio WuWei, o meglio del Wèi Wú Wèi.
A mancare è la parte definita 欲 Yu, che corrisponde al “volere o desiderare”, che riguarda in maniera più lampante il come raggiungere un obiettivo.
Considerando il termine completo Wei Wu Wei il primo termine si riferisce all’agire, agli obiettivi da raggiungere, a quello sprint iniziale che nasce in tutte le cose affinché esse si manifestino e si realizzino. Corrisponde a un’azione iniziale impostata ed avviata con il giusto equilibrio e la giusta intenzione.
WuWei diventa da questo punto di vista il momento preciso in cui noi concediamo al tempo e allo spazio la possibilità di operare e processare, e non un invito alla passività! Se volessimo, poi, trovare un equivalente occidentale di questa dottrina taoista, potremmo sicuramente fare riferimento alla “Legge dello sforzo inverso”.
Legge dello sforzo inverso: perché più ci proviamo e più è peggio?
La legge dello sforzo inverso è un concetto derivato dall’osservazione dei modelli comportamentali e psicologici umani. Essa suggerisce che, in alcuni casi, riducendo lo sforzo e l’ansia si possono ottenere risultati migliori, poiché un eccesso di tensione può interferire con le prestazioni ottimali. Riducendo lo stress da accanimento, infatti, si migliora la produttività e si raggiungono obiettivi con maggiore facilità e soddisfazione.
Questa legge riflette la ricerca sulle strategie di gestione dello stress e dell’ansia, incoraggiando una prospettiva più rilassata e centrata sulla qualità piuttosto che sulla quantità. Avere degli obiettivi personali è sicuramente qualcosa di positivo che però può facilmente trasformarsi in una fonte di frustrazione se non si riesce a realizzarli quando e come desideriamo.
Capire come raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo non è sempre un processo spontaneo, né tanto meno facile e privo di sforzi o insoddisfazione. Rimanere bloccati e girare intorno allo stesso problema, al quale non si trova immediata soluzione, capita più spesso di quanto si pensi, ed è del tutto normale.
Questo atteggiamento, di ossessione verso qualcosa della nostra vita di momentaneamente irrisolto, innesca una sorta di psicologia contraria per la quale paradossalmente più ci sforziamo e meno risultati otteniamo.
Che significa non forzare nulla?
Il WuWei non va di certo interpretato come un invito a farci scorrere la vita addosso restando inermi. Non essendo in grado di cambiare o influenzare gli eventi dobbiamo convincerci che persistendo “gentilmente” riusciremo ad aggirare l’ostacolo e raggiungere l’obiettivo.
Dobbiamo avere presente che in molti casi i problemi che si frappongono tra noi e il raggiungimento degli obiettivi sono di nostra creazione, dettati dal pensare e preoccuparsi eccessivamente. È essenziale lasciar andare le nostre energie per farle fluire nella direzione più giusta.
Cosa puoi imparare dalla legge dello sforzo inverso?
L’insegnamento più grande che ci offre la filosofia del WuWei è quello di imparare ad apprezzare i momenti di “vuoto” in cui la natura fa il suo corso. È in questi momenti che dobbiamo risparmiarci ed affinare le nostre capacità di attesa per non sprecare inutilmente energie in azioni poco rilevanti.
Allo stesso modo la legge dello sforzo inverso insegna proprio che per ottenere risultati migliori, è necessario ridurre lo sforzo e l’ansia. Concentrandosi sull’aspetto qualitativo piuttosto che quantitativo, si può aumentare l’efficienza e il benessere personale. Imparare a rilassarsi, delegare compiti, mantenere una prospettiva positiva e concentrarsi sul processo anziché solo sul risultato sono le chiavi per applicare con successo queste filosofie.
Applicare gli insegnamenti del WuWei e della legge dello sforzo inverso, nella pratica significa amare ugualmente la fase di azione iniziale tanto quanto quella dell’attesa e della tanto sperata realizzazione finale. Significa non alterare lo scorrere naturale delle cose con il nostro ansioso intervento ed affidarsi fiduciosamente alla vita consci del fatto che alla fine, lasciare la presa ogni tanto, non impedirà che le cose vadano comunque per il meglio.