Haussmann Parigi: l'era di una nuova estetica
Architettura 🏛️

Haussmann Parigi: la rinascita urbana della Ville Lumière - 7 min read

Se vi siete mai interrogati sulla storia di Parigi, sappiate che la città così bella come la conosciamo noi non è sempre stata così. C’è chi ha rifatto Parigi e il suo nome è Georges Eugène Haussmann, più conosciuto come Baron Haussmann.

Il suo piano di bonifica prima, e il suo reale intervento dopo, furono ciò che di più visionario potesse esistere nel 1800, soprattutto in campo architettonico.

Perché alla fine Haussmann non è conosciuto solo per aver elaborato un efficace piano urbanistico cittadino ma per aver rivoluzionato l’intera architettura parigina a tal punto da renderla la città più bella del mondo.

Tetti spioventi grigi come accessorio finale di edifici eleganti, alti e imponenti, canne fumarie e strade che si susseguono e ripetono in maniera continua e simmetrica. Sono queste le novità dello stile haussmaniano, quelle che riconosciamo un po’ tutti e che ci fanno capire di essere approdati a Parigi.

Ma qual era il volto di Parigi prima del suo intervento di bonifica ambientale e cosa prevedeva il piano Haussmann per Parigi? Facciamo un bel viaggio nel tempo e arriviamo alle origini di Parigi.

Verso la metà del XIX secolo, verso circa il 1848, il nipote di Napoleone I divenne imperatore con il nome di Napoleone III. Fu sotto il suo impero che si decise di modernizzare la città e agire sul nucleo storico di Parigi che manteneva ancora la sua struttura medievale.

I famosi edifici di Parigi in stile haussmaniano

Le strade strette e tortuose, strutturate in maniera labirintica, ostacolavano la circolazione mentre gli edifici si accumulavano in condizioni di degrado in quartieri sempre più sovrappopolati. Gli spazi stretti da un lato e la densità di popolazione sproporzionata dall’altro, furono degli alleati perfetti per aggravare le condizioni d’igiene pubblica preesistenti già estremamente precarie.

Storia urbanistica di Parigi in breve (Fino alla fine del ‘700)

Fino all’intervento di Haussmann a Parigi, così come negli altri paesi europei, l’igiene urbana era praticamente inesistente. Le strade non erano pavimentate, ma piuttosto ricoperte di terra battuta, che favoriva facilmente la formazione di fiumi di fango dopo una pioggia.

I sistemi di smaltimento delle acque reflue e dei rifiuti erano inesistenti, così come i servizi igienici e le reti fognarie. I rifiuti provenienti da varie attività (concerie, tintorie, macellerie) venivano semplicemente gettati per strada, contribuendo a rendere l’aria irrespirabile e malsana in interi quartieri urbani.

Il problema era talmente radicato nell’intelaiatura di questa città che addirittura anche i rifiuti domestici venivano liberamente gettati dalle finestre, inclusi i liquami. In assenza di un sistema di gestione dei rifiuti, si sperava semplicemente che la pioggia lavasse via i rifiuti accumulati davanti alle porte delle case.

Durante l’estate, la situazione diventava ancora più insostenibile, aumentando il rischio di epidemie contagiose. L’igiene personale era trascurata dalla maggior parte delle persone. I regimi precedenti avevano provveduto ad attuare politiche di bonifica delle strade di Parigi ma lasciando intatto il centro di Parigi. Non so se avete mai visto I miserabili ma la situazione rappresentata attorno a Notre-Dame era più o meno la stessa che vigeva prima dell’arrivo del Baron Haussmann.

Parigi mentre venivano demoliti i palazzi durante l'era Haussmann
Le demolizioni tra Rue de l’Échelle e Rue Saint Augustin nel 1877 – Wikipedia Commons
Rue de l'Échelle oggi
Rue de l’Échelle oggi – Wikipedia Commons

Lo stile haussmaniano e il nuovo volto della Parigi moderna

Tutto ebbe inizio verso la metà del 1800 quando Napoleone III si rivolse a un uomo d’azione rigoroso e organizzato come il Baron Haussmann per nominarlo prefetto della Senna nel 1853. A partire da questa figura l’imperatore decise di rivoluzionare il volto della capitale francese assegnandogli le redini in mano della situazione urbanistica. La sua richiesta era quella di “aérer, unifier, et embellir Paris: darle aria e spazi aperti, collegare e unificare le diverse parti della città in un tutt’uno e renderlo più estetico. 

Si chiamava Plan de Paris e conteneva tutti i passaggi fondamentali per avviare la bonifica ambientale e urbana di cui necessitava la Ville Lumière. Sostenuto dall’imperatore e finanziato da imprenditori privati e prestiti vari, tra il 1852 e il 1870 Haussamann avviò il processo di modernizzazione complessiva della città richiesto da Napoleone III.

Un problema che si ripropose soprattutto nel 1860 quando l’imperatore annesse alla capitale anche Auteuil, Batignolles-Monceau, Montmartre, La Chapelle, Passy, ​​La Villette, Belleville, Charonne, Bercy, Grenelle e Vaugirard ed altri pezzi periferici.

Con l’annessione si raddoppiò l’area della città e si passò da 3.300 ettari a 7.100 ettari. Allo stesso modo cambiò la densità di popolazione che da 400.000 arrivò a 1.600.000 persone. Divenne sempre più indispensabile, a questo punto, ricostruire il centro della città, demolire le mura ed estendere lo spazio metropolitano.

Sotto il Secondo Impero ci fu la totale trasformazione di Parigi.

Scoprirendo l’era Haussmaniana: cosa ha fatto Haussmann a Parigi?

Il progetto del piano di bonifica di Parigi influenzò ogni aspetto dell’urbanistica e dell’urbanizzazione della città, sia nel centro storico che nei quartieri periferici. Tutto ciò riguardò strade, edifici, spazi verdi, infrastrutture, monumenti pubblici e molto altro ancora.

Il primo cambiamento che apportò Haussmann all’architettura parigina fu il completamento della Grande Croisée. Si trattava di una grande croce che univa il nord al sud e l’est all’ovest i cui assi attraversavano tutti i punti nevralgici del centro città. 

L’arrivo dei Grands Boulevards

L’asse nord-sud, collegava Boulevard de Sébastopol a Boulevard Saint-Michel, cancellando così molte viuzze e vicoli soffocanti. Questo, poi, si incrociava con la Rue de Rivoli all’altezza di Place du Châtelet fino ad arrivare alla Rue Sant-Antoine durante il Secondo Impero (asse est-ovest). Entrambi gli assi, inoltre, mettevano in collegamento il centro alle cinta della città, all’epoca chiamate (le mur des Fermiers généraux). 

Per fare questo tra il 1852 e il 1870 furono demoliti più di 20.000 immobili per costruire, appunto, questo enorme sistema arterioso parigino composto da altri 40.000 nuovi edifici (haussmaniani), alti 20 metri su strade larghe 20 metri. I tetti dovevano seguire un’inclinazione di 45° e ogni piano doveva rispettare la stessa altezza degli altri e le facciate le stesse linee principali.

Fu proprio in questo periodo che, sotto la richiesta di allargare le strade, presero forma i grandi Boulevards caratteristici di questa città. Con la creazione di 9.467 metri di nuovi viali, finalmente Parigi tornava a vedere la luce lasciandosi alle spalle un ambiente angusto, insalubre e buio. 

Una Parigi destrutturata e ricomposta

L’Île de la Cité venne completamente rasa al suolo sostituendo qualsiasi accenno all’epoca medievale. Oltre all’ospedale dell’Hôtel-Dieu, furono istituiti due nuovi edifici governativi: il Tribunal de Commerce e la grande caserma della Prefettura di Polizia. Gli arrondissement passavano da 12 a 20 e in ognuno era prevista una sua sede amministrativa, il comune, detto la “mairie”.

Sebbene sia stata oggetto di dure critiche da parte di alcuni contemporanei e in parte dimenticata nel primo ventesimo secolo, l’opera di Haussmann ha continuato a modellare la vita quotidiana dei parigini e ha contribuito a definire l’immagine della capitale francese nel mondo.

L’antica immagine di Parigi, con le sue strette strade pittoresche, è stata sostituita da quella di una città moderna, caratterizzata da ampi viali, spazi pubblici e l’esaltazione di monumenti iconici. Tra questi l’Arco di Trionfo, l’Opéra e Notre-Dame.

Lo stile Haussmann, nonostante tutto, è quello che ha definito l’immagine dell’intera architettura francese, rendendo Parigi, ancora oggi, una delle città più affascinanti del mondo.

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