100% cotone organico: come riconoscere il greenwashing?
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100% cotone organico: come riconoscere il greenwashing? - 4 min read

Troppe volte ci troviamo davanti a etichette fuorvianti di cui ci fidiamo alla cieca ma senza sapere esattamente perché. Etichette che, con la sola scritta “100% cotone” ne decantano un utilizzo responsabile, etico e consapevole. Ma come si fa a riconoscere il vero cotone organico e che differenza c’è con il cotone biologico?

Esistono ancora troppi dubbi a riguardo ed è per questo che dobbiamo fare una maggiore conoscenza con quello che ogni giorno ci veste e ci arreda casa: il signor cotone.

Qual è l’origine del cotone?

Il cotone, fibra naturale ricavata dai peli (bambagia) che avvolgono i semi della pianta di cotone (del genere Gossypium), è da millenni pilastro dell’industria tessile. Apprezzato per la sua morbidezza, traspirabilità e resistenza, è impiegato in un’infinità di prodotti, dall’abbigliamento all’arredamento. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi: già nell’antico Egitto e in India si tessevano filati di cotone. Oggi, la Cina, gli Stati Uniti, l’India, il Pakistan e il Brasile sono i principali produttori mondiali di questa preziosa fibra, che continua a essere un elemento fondamentale della nostra quotidianità.

La verità controversa delle etichette

Per quanto uno provi a contrastare il Fast Fashion, purtroppo si tratta di una realtà già fin troppo radicata. Lo dimostra un video postato su Instagram da Glide Soles, un brand di suole sostenibili e riciclabili che ha dimostrato come nei capi etichettati 100% cotone, la percentuale di questa fibra sia davvero minima.

Un’analisi approfondita tramite un sistema di spettroscopia (Matoa)ha smascherato un’etichetta ingannevole: un capo venduto come 100% cotone dalla scannerizzazione è risultato essere principalmente in viscosa (al 75%). In pratica, è bastato questo sistema per dimostrare come il Fast Fashion nasconda spesso false dichiarazioni sulla composizione dei tessuti mettendo in luce la necessità di una maggiore trasparenza nel settore tessile e di controlli più rigorosi per tutelare i consumatori.

Slow fiber: la qualità Made in Italy contro il Fast Fashion

Acquistare un capo a basso costo significa entrare nel circolo vizioso del Fast Fashion dove l’uso di materiali sintetici di bassa qualità (che si deteriorano in pochissimi utilizzi) è scelto appositamente per far sì che la vita dei capi sia di breve durata. Un capo usa e getta non farà altro che mettere in moto il sistema malato in cui il consumatore è spinto a comprare ancora e a gettare ancor di più.

Come riconoscere il vero cotone?

L’etichetta “100% cotone” è spesso considerata una garanzia di qualità, ma dietro si nasconde un mondo di sfumature. La qualità di un tessuto in cotone dipende da una serie di fattori, tra cui la varietà della pianta, il luogo di coltivazione e la lavorazione. Non tutto il cotone è uguale. Due capi in cotone possono sembrare identici all’apparenza, ma al tatto e alla vista si possono notare differenze significative.

L’origine geografica e la varietà della pianta sono elementi fondamentali che influenzano le caratteristiche del tessuto. Un cotone coltivato in terreni fertili e lavorato con tecniche tradizionali (senza finissaggio chimico) si distingue per la sua qualità superiore. Un cotone pregiato, ad esempio, si distingue per la sua morbidezza naturale e per l’assenza di un bianco eccessivamente brillante.

Tuttavia, esistono delle caratteristiche del cotone ben precise da conoscere per effettuare una scelta consapevole:

  • La finezza del filato

    Più una fibra di cotone è sottile (misurata in micron), più il tessuto risultante sarà pregiato: più fitto, resistente e piacevole al tatto.
  • Fibra lunga vs fibra corta

    La lunghezza della fibra di cotone è un fattore determinante per la qualità del tessuto. Fibre più lunghe garantiscono tessuti più pregiati e durevoli. Fibre corte, invece, rendono i tessuti più soggetti a usura e meno piacevoli al tatto.
  • Certificazioni OEKO Tex e GOTS

    Prima di scegliere un capo venduto come 100% cotone organico biologico assicurati che sia regolamentato da una certificazione GOTS. Scegliere un capo certificato Global Organic Textile Standard (GOTS) significa optare per un prodotto tessile ottenuto da agricoltura biologica, prodotto in modo responsabile e rispettoso dell’ambiente e dei lavoratori. La certificazione OEKO-TEX aggiunge un ulteriore livello di garanzia, assicurando l’assenza di sostanze dannose per la salute e l’ambiente e la qualità dei prodotti in cotone biologico.


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Cotone biologico vs. Cotone organico: che differenza c’è?

Nell’ambito della fashion sustainability sempre più brand stanno cercando di introdurre cambi d’abbigliamento di cotone prodotto in maniera responsabile. Per questo motivo spesso leggiamo sulle etichette “cotone organico” o “cotone biologico”. Ma perché si chiamano in modi diversi? Sono da intendere come una stessa cosa o c’è qualche differenza tra le due tipologie di cotone? 

La differenza tra questi due appellativi di norma è puramente lessicale. Il problema nasce, però, nel momento in cui se ne faccia un uso errato e fuorviante. Molto spesso, infatti, leggiamo sulle etichette “cotone organico” senza però averne alcuna certificazione reale. Scrivere organico lascia il tempo che trova dal momento che il cotone di per sé è una fibra ricavata da sostanze naturali ma non significa che questa sia stata lavorata eticamente. 

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La differenza con il cotone biologico, quindi, sta nel fatto che questo offre la certezza di un prodotto proveniente da una filiera tracciabile, dove ogni fase, dalla semina al prodotto finito, è monitorata e certificata secondo rigorosi standard.

La soluzione è scegliere il biologico o almeno fare attenzione alle etichette affinché dimostrino che il prodotto è certificato GOTS e OEKO Tex.

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